Se ti senti frustrato per aver ricevuto una diagnosi di capsulite adesiva solo dopo mesi di esami e visite specialistiche, sappi che sei in buona compagnia.
Recenti studi scientifici parlano chiaro: ogni anno quasi il 5% degli adulti oltre i 45 anni riceve una diagnosi di capsulite adesiva di spalla almeno dopo 3 mesi dall’esordio dei sintomi.
Perché la diagnosi arriva così in ritardo? Perché nella fase iniziale della capsulite, quando cioè è presente infiammazione e fibrosi capsulare, la spalla fa male ma ha solo delle lievi limitazioni di movimento e questa condizione può facilmente essere scambiata per un’infiammazione tendinea.
È solo dopo qualche tempo che la spalla tende a bloccarsi e diventa così chiaro il quadro di capsulite di spalla. Quando la spalla si blocca completamente, la fase di capsulite è ormai evoluta in spalla congelata, caratterizzata da dolore severo anche di notte e da un blocco totale di spalla.
La buona notizia è che sia la capsulite adesiva che la spalla congelata si risolvono completamente se trattate con un percorso di fisioterapia specialistica. Infatti, recenti dimostrazioni scientifiche hanno dimostrato che la fisioterapia è la modalità terapeutica di prima linea da scegliere in ogni fase della sindrome da spalla congelata.
Indice dell’articolo:
- I sintomi più frequenti
- Le cause
- I tempi di guarigione
- I rimedi fisioterapici efficaci
I sintomi più frequenti
Il sintomo principale della capsulite adesiva è il dolore persistente. Se avverti un dolore trafittivo interno alla spalla da più di 6 settimane, non hai avuto traumi diretti e non hai fatto un brusco movimento che ha causato il dolore, allora potresti avere una capsulite adesiva di spalla.
Il dolore è avvertito profondo (spesso i pazienti dicono che lo sentono “dentro alla spalla”) e si può diffondere lungo tutto il braccio. Il dolore notturno è quasi sempre presente. Se ti trovi nella fase di capsulite adesiva dovresti riuscire a muovere discretamente il braccio nonostante il dolore. Ad esempio, dovresti riuscire ad alzare il braccio almeno sopra la testa.
È molto importante valutare se la rotazione esterna passiva della spalla è limitata e dolente (vedi la figura) perché è il primo movimento che viene compromesso in ogni fase della sindrome della spalla congelata. Vi sono infatti evidenze scientifiche che questo semplice test riesca a diagnosticare anche una capsulite adesiva in fase precoce. Attenzione però che il test deve essere eseguito passivamente dal medico specialista, il quale ti farà la diagnosi e ti confermerà il relativo grado.
Il sintomo principale della spalla congelata è l’impossibilità di muovere il braccio. Il dolore è presente sia di giorno che di notte, sia tenendo il braccio fermo che muovendolo.
La spalla congelata è una patologia eterogenea perché si presenta con limitazioni diverse della mobilità del braccio. Alcuni pazienti riescono ad alzare il braccio sopra il viso, altri non sono in grado di portare il braccio dietro la schiena, o nella minoranza dei casi hanno una mobilità quasi nulla. Per questo motivo preferiamo parlare di Sindrome della spalla congelata.
Le cause
Suggeriamo sempre di continuare a muovere il braccio in ogni fase della capsulite adesiva. Infatti, seppur attualmente non esistano cause di certezza riconducibili alla spalla congelata, è assodato che la chinesiofobia (paura di muovere il braccio) è un fattore che favorisce la rigidità del braccio. Essa è riconducibile alla sfera emotiva della persona ed è un vero e proprio freno alla guarigione.
La chinesiofobia è presente in una persona su quattro che soffre di sindrome della spalla congelata. Se anche tu provi paura a muovere la spalla non preoccuparti perché esistono delle terapie specifiche di fisioterapia. La chinesiofobia infatti non è una malattia bensì un comportamento verso il dolore che può essere modificato. Diminuendo la paura anche la spalla congelata si potrà trattare con più facilità.
I tempi di guarigione
Recenti studi hanno confermato che la sindrome della spalla congelata evolve in quattro fasi distinte: esordio dei sintomi, fase acuta, fase stabile e fase di recupero.
La durata di ogni fase è variabile ma tutti i ricercatori concordano che i tempi di guarigione della spalla congelata non sono inferiori ai 14 mesi. La guarigione avviene di solito tra 14 e 24 mesi dall’esordio del dolore alla spalla.
Quando si raggiunge la guarigione completa il dolore non è più presente durante i movimenti della spalla. Parliamo quindi di una guarigione completa in ogni persona, indipendentemente dal lavoro o sport svolto. Ad esempio, se sei un atleta di basket, pallavolo (o di altri sport che utilizzano molto la spalla) tornerai a praticare il tuo sport esattamente allo stesso livello precedente alla diagnosi di spalla congelata. Ovviamente l’alto livello di performance del braccio dovrà essere riallenato (ricondizionamento), e questa fase richiederà la tua motivazione nel seguire un programma specifico.
Fortunatamente, identificando precocemente una capsulite adesiva riusciamo di solito ad impedire la comparsa della fase di congelamento vero e proprio, accorciando notevolmente il tempo di guarigione a sei mesi. Per questo motivo è per noi essenziale una diagnosi precoce ed una strategia terapeutica tempestiva.
I rimedi fisioterapici efficaci
La fisioterapia per la spalla congelata è una modalità terapeutica molto efficace. Essa dipende anzitutto dal grado di congelamento e dalla fase del dolore.
Fase di capsulite adesiva
La terapia più efficace nella capsulita adesiva è la mobilizzazione articolare passiva. Essa è una metodica manipolativa durante la quale ti muoveremo il braccio secondo una direzione specifica. Poiché l’adesione capsulare è minima e la mobilità del braccio quasi ottimale, preferiamo usare le tecniche di mobilizzazione a fine corsa articolare. Tutte le tecniche non sono dolorose (produciamo un fastidio temporaneo tollerato molto bene anche dai bambini) e non richiedono particolari cautele in seguito, per cui potrai lavorare o praticare sport il giorno successivo.
Fase di spalla congelata
Nella fase di spalla congelata usiamo tecniche di fisioterapia specialistiche:
- Mobilizzazione articolare passiva
La mobilizzazione è meno intensa rispetto alla fase di capsulite adesiva. L’ampiezza della tecnica sarà graduale al fine di rispettare il tuo dolore e non sollecitare eccessivamente la capsula. A tal scopo, ti proporremo l’uso di tecniche di mobilizzazione accessoria con l’utilizzo di cinghie di trazione secondo Mulligan; si tratta di strumenti che normalmente utilizziamo nelle fasi di dolore intenso per ottenere analgesia durante la seduta.
- Esercizio Terapeutico ovvero esercizi muscolari
L’esecuzione di esercizi attivi per la sindrome della spalla congelata è dimostrato un fattore determinante per una completa guarigione. Ti proporremo esercizi specifici ovvero selezionati in base allo stato di tutte le strutture anatomiche della spalla. Considerata l’importanza ti insegneremo degli esercizi semplici e che potrai eseguire a casa quotidianamente.
Se farai costantemente esercizi:
- Ridurrai il dolore: quando gli esercizi vengono eseguiti costantemente insieme all’assunzione di farmaci antiinfiammatori, il dolore è più tollerabile durante le attività della vita quotidiana
- Migliorerai la funzionalità del braccio: gli esercizi migliorano l’effetto terapeutico delle infiltrazioni intraarticolari di cortisone
- Migliorerai il condizionamento della muscolatura ovvero i tuoi muscoli saranno più forti per tollerare alti carichi di lavoro una volta che rincomincerai a praticare sport
- Terapia Cognitivo Comportamentale TCC
Utilizziamo la TCC per migliorare le componenti cognitive (emozioni e pensieri negativi) che favoriscono la cronicizzazione del dolore.
Nella sindrome della spalla congelata il dolore viene prodotto dall’allungamento eccessivo della capsula articolare fibrotica ed infiammata durante i movimenti del braccio.
Ad ogni modo, anche nei gradi intermedi della malattia la capsula articolare viene sollecitata solo nei movimenti sopra la testa, per cui dovresti essere in grado di mangiare, guidare e maneggiare un oggetto con dolore tollerabile. Studi clinici nel campo delle neuroscienze hanno invece dimostrato che se il dolore viene associato alla paura di muovere il braccio (chinesiofobia), il nostro cervello (encefalo) è in grado di proiettare il dolore anche quando la capsula articolare non è sollecitata. Di conseguenza tenderai inconsciamente a non usare il braccio per proteggerti dal dolore.
Proponiamo quindi la TCC per contrastare gli effetti negativi che la chinesiofobia induce nella spalla congelata. Utilizziamo diverse tecniche all’interno della TCC come la mirror therapy, l’educazione alla fisiologia del dolore, il riconoscimento discriminativo dell’arto, ed altre ancora. Le tecniche che ti proporremo non sono dolorose e potrai eseguirle a casa.